Da qualche mese a questa parte pare che in Calabria l’unica emergenza sia quella dei migranti che, malgrado sia realmente un nodo cruciale da affrontare, purtroppo non é il solo.
Infatti, se da una parte molti sindaci sono alle prese con la questione sicurezza-accoglienza, dall’altra ve ne sono molti altri costretti a fronteggiare un’emergenza che nella nostra regione ed in particolare nella nostra provincia aleggia ormai da qualche decennio senza che mai alcuno l’abbia voluta affrontare con scrupolo e serietà.
L’inquinamento ambientale, con particolare riferimento a quello delle acque marine è diventato qualcosa di inaccettabile dal momento che, la Calabria, potrebbe e dovrebbe vivere di turismo (sia esso balneare che montano) ed invece troppo spesso ci troviamo d’inverno dinnanzi ad impianti sciistici chiusi o fatiscenti e d’estate le spiagge con i divieti di balneazione per mare sporco.
La politica non può più aspettare, serve un intervento imminente, strategico e risolutivo nel brevissimo periodo con un ponte alla programmazione strategica per il futuro.
Ma non c’è più tempo da perdere.
I sindaci, specie quelli del Tirreno cosentino sono con le spalle al muro, dinnanzi ad operatori commerciali e turistici che lamentano cali di flussi legati proprio a tali disservizi.
Per tali ragioni già lunedì chiederò come consigliere provinciale e presidente Anci G. Calabria l’istituzione di un tavolo tecnico-politico al Presidente Iacucci ed al Prefetto di Cosenza, con il coinvolgimento di tutti i primi cittadini coinvolti, per capire come poter fronteggiare tale emergenza dal momento che, da poco iniziata, la stagione balneare sul Tirreno Cosentino, sembra già essere destinata a finire nel peggiore dei modi.